Il
Governo non lasci morire il sistema anti tratta nazionale
“La
tratta di esseri umani costituisce un gravissimo reato: la
mercificazione della persona umana e la sopraffazione della sua
dignità e dei suoi diritti fondamentali. Opporsi al fenomeno della
tratta, per tale ragione, non può che orientarsi alla tutela dei
diritti umani delle vittime, qualunque sia l’intenzione dei
trafficanti.”
Queste
sono le frasi pubblicate sul sito del Dipartimento Pari Opportunita'
della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che è sino ad oggi è
stato il soggetto responsabile delle azioni a tutela delle vittime di
tratta di esseri umani realizzate dai vari enti del pubblico e del
privato sociale del territorio italiano.
Purtroppo
il
sistema italiano anti tratta,
operativo dal 2000 e coordinato e co-finanziato dal Dipartimento per
le Pari Opportunità sta
morendo. Il Governo infatti, da
tempo ha avviato una politica di disinvestimento, in termini di
risorse finanziarie e umane, sui servizi attivati nel corso degli
anni per proteggere e aiutare le vittime di tratta ad uscire dal buio
della violenza e dei soprusi subiti.
Eppure
è proprio grazie a questi servizi, realizzati dagli enti del
pubblico e del privato sociale attivi sul territorio nazionale che,
in questi anni, quasi 30.000 donne e uomini, condotti in Italia con
l'inganno, la violenza o anche soltanto con l'approfittamento della
loro vulnerabilità e coinvolti loro malgrado in situazioni di
sfruttamento in ambito sessuale, lavorativo, nell'accattonaggio, sono
riusciti a sottrarsi a tali situazioni, ricevendo protezione,
assistenza e tutela e riuscendo finalmente a cambiare vita.
I
risultati ottenuti fino ad oggi hanno un significato importantissimo
tanto sotto il profilo dei diritti delle vittime quanto sotto quello
delle ricadute sul piano del contrasto alla tratta di esseri umani:
come evidenziato dalla Direzione Nazionale Antimafia ogni persona
uscita dal traffico corrisponde alla sottrazione alle organizzazione
criminali di una cifra pari a circa 40/50mila euro l'anno. Una somma
che, se moltiplicata per 30.000 vittime, ammonta a 1 Miliardo e
350mila euro. Cifra importante, ancor più dove si pensi ad un
ulteriore reimpiego di questa in ulteriori attività criminali, quale
il commercio di droga.
Tutto
questo a fronte di un sistema di interventi che ha un costo in
proporzione assai contenuto se si considera che nell'ultima annualità
il Governo ha stanziato 9 Milioni di euro.
La
mancata approvazione del Piano nazionale anti tratta, che doveva
avvenire per disposizione di legge entro la fine di giugno scorso ed
il mancato rispetto degli altri termini stabiliti dal D.Lgs. 24/14
per l'approvazione di provvedimenti che dovrebbero consentire lo
sviluppo dei progetti di tutela delle vittime, oltre a palesare
l'inadempimento del Governo di obblighi di carattere internazionale –
così come rilevato dalla Rappresentante speciale e coordinatrice per
la lotta alla tratta di esseri umani OSCE nel Report
realizzato dopo la sua recente vista in Italia e dal Gruppo di
esperti del Consiglio d’Europa (GRETA) che monitora l’attuazione
da parte degli Stati della Convenzione di Varsavia sulla lotta contro
la tratta di esseri umani nel
proprio Report sull'Italia - evidenziano
ancor più il completo disinteresse per un tema cruciale, attuale ed
estremamente preoccupante.
In
un momento storico in cui, per i contesti che caratterizzano i paesi
di provenienza, aumenta il rischio per decine di donne e uomini di
cadere vittime del traffico a scopo di sfruttamento, chiediamo
al Governo di non far morire il sistema nazionale di tutela e
protezione delle vittime della tratta e di adottare urgentemente
i provvedimenti vincolanti previsti dal decreto 4 marzo 2014 n. 24
per
dare una speranza di riscatto per le troppe vittime della tratta di
esseri umani .
A.S.G.I.
Piattaforma
nazionale anti tratta
per aderire mandare una mail a: piattaformaantitratta@yahoo.it
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