venerdì 5 febbraio 2016

SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UN MODELLO DI COLLABORAZIONE TRA IL SISTEMA TRATTA E IL SISTEMA ASILO NELL’INDIVIDUAZIONE, EMERSIONE, ACCOGLIENZA E PROTEZIONE DELLE RICHIEDENTI ASILO VITTIME DI TRATTA

Alla luce delle evoluzioni che hanno interessato negli ultimi anni il fenomeno della tratta di esseri umani in Italia, facendo emergere rilevanti interconnessioni con i flussi di richiedenti protezione internazionale ospitati sul nostro territorio, la Piattaforma Nazionale Antitratta – ha elaborato alcuni spunti di riflessione, per il raggiungimento di un modello di identificazione, protezione ed accoglienza di tali individui completo e caratterizzato da un approccio multiagente e multidisciplinare, pur nel rispetto delle competenze e specificità di ciascun settore coinvolto.

L'identificazione delle vittime di tratta presenti all'interno dei flussi di richiedenti protezione internazionale

L'esistenza di procedure efficaci di identificazione, tra i richiedenti protezione internazionale, di coloro che sono vittime della tratta è condizione preliminare e irrinunciabile per un funzionamento efficiente tanto del sistema antitratta quanto del sistema asilo, nonchè per un loro proficuo raccordo.

A questo proposito, la Piattaforma Nazionale Antitratta ritiene che debbano essere necessariamente rispettati i seguenti criteri:
- l'identificazione della vittima deve essere demandata a operatori che possiedono competenze specifiche e che sono pertanto in grado di cogliere tutti gli indicatori di una potenziale situazione di tratta e sfruttamento, escludendosi invece l'utilizzo di criteri di identificazione sommari ed arbitrari (quali, ad esempio, la nazionalità del soggetto). A questo proposito, è necessario prevedere, nei futuri bandi SPRAR e Emergenza profughi, capitoli di spesa specifici per la realizzazione di tali colloqui da parte degli enti antitratta;
- la verifica circa l'esistenza di un'ipotesi di tratta deve essere effettuata in tutte le fasi della procedura di accoglienza dei richiedenti asilo e, dunque: allo sbarco (tramite colloquio con personale esperto), al momento della formalizzazione della domanda (tramite colloquio con personale esperto e, in ogni caso, tramite la consegna di un opuscolo informativo contenente informazioni specifiche sul fenomeno della tratta di esseri umani) e al momento dell'ingresso nel centro di accoglienza (tramite colloquio con personale esperto);
- deve essere garantita su tutto il territorio nazionale l'uniformità dei criteri di identificazione.

Audizione delle vittime/potenziali vittime della tratta di esseri umani avanti alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale

Considerata la complessità del fenomeno della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento e la peculiarità della condizione in cui si trovano le vittime di tratta che accedono al sistema per il riconoscimento della protezione internazionale, è fondamentale che l'audizione di tali soggetti venga effettuata con l'apprestamento di particolari garanzie (quali, ad esempio, un setting più consono) nonchè da operatori che possiedono competenze specifiche.

A tal fine, la Piattaforma Nazionale Antitratta ritiene indispensabile che, ove emergano nel corso dell'audizione potenziali situazioni di tratta, le Commissioni territoriali sospendano temporaneamente il colloquio, rimettendolo ad un operatore in possesso di competenze specifiche: tale prassi, già diffusa in diversi territori, deve essere applicata uniformemente a livello nazionale, anche tramite la sottoscrizione di Protocolli d'intesa tra le Prefetture e gli enti antitratta (quali, ad esempio, quello di Torino, Firenze e Napoli).

Preme inoltre sottolineare l'importanza che, su tutto il territorio nazionale, vengano assicurate alle potenziali vittime di tratta due ulteriori garanzie procedurali:
- nel caso in cui, nel corso dell'audizione, emerga una probabile situazione di tratta, ma il soggetto non abbia ancora maturato una sufficiente consapevolezza circa la propria condizione, l'audizione deve essere sospesa e rinviata di un tempo sufficiente a permettergli di riflettere e maturare la propria decisione;
- le informazioni relative all'esperienza di tratta offerte dalla vittima alla Commissione Territoriale in sede di audizione devono essere considerate riservate e deve, dunque, essere escluso ogni automatismo nel passaggio di tali informazioni alla Procura territorialmente competente rispetto ad eventuali ipotesi di sfruttamento avvenute sul territorio italiano.

La decisione delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale sulla richiesta di protezione internazionale avanzata da una vittima di tratta di esseri umani

La Piattaforma Nazionale Antitratta auspica che, compatibilmente con le peculiarità delle vicende personali riferite dalle richiedenti protezione internazionale vittime di tratta, le Commissioni territoriali provvedano ad uniformare su tutto il territorio nazionale la forma di protezione da riconoscere.

Accoglienza dei richiedenti protezione internazionale potenziali vittime e vittime della tratta di esseri umani

La Piattaforma Nazionale Antitratta propone un sistema di accoglienza strutturato come segue:
- fase precedente all'identificazione della richiedente protezione internazionale quale vittima di tratta: in questa fase, fondamentale per l'emersione di una sospetta ipotesi di tratta, si auspica che la richiedente protezione internazionale sia accolta in una struttura – afferente al circuito SPRAR o a quello Emergenza profughi – dedicata a target femminile; nell’identificazione della struttura, sarebbe preferibile dare la precedenza agli Enti iscritti alla II Sezione del Registro degli enti ed associazioni che svolgono programmi di assistenza e protezione sociale disciplinati dall'art. 18 TUI, promuovendo la sottoscrizione di convenzioni tra tali Enti e le Prefetture per l’accoglienza di potenziali vittime di tratta provenienti dal circuito dei richiedenti protezione internazionale (come già sperimentato, del resto, in alcune aree del territorio nazionale);
- fase successiva all'identificazione della richiedente protezione internazionale quale vittima di tratta: a seguito dell'accertamento della condizione di tratta e sfruttamento, è opportuno che la vittima venga trasferita in una struttura antitratta.
Tali strutture devono essere afferenti al sistema antitratta o, se afferenti al sistema asilo, possono essere ammesse all'accoglienza delle vittime di tratta solo se l'Ente che le ha in gestione è iscritto alla Seconda Sezione del Registro degli enti ed associazioni che svolgono programmi di assistenza e protezione sociale disciplinati dall'art. 18 TUI istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, a garanzia dello standard di professionalità e dell'uniformità degli interventi.
Parallelamente, sarebbe opportuno valorizzare - nei futuri bandi emessi dal Dipartimento Pari Opportunità per la realizzazione dei programmi unici di emersione, assistenza e integrazione sociale - la collaborazione degli operatori del sistema antitratta con le Commissioni territoriali per il riconoscimento della Protezione Internazionale, le Prefetture e lo Sprar.
Si precisa, inoltre, che l'adesione al programma unico di emersione, assistenza e integrazione sociale di cui all'art. 18 co 3bis TUI deve essere assolutamente spontanea e, conseguentemente, l'inserimento della vittima in tali strutture deve essere sempre conseguenza di una scelta volontaria e deve avvenire in assenza di qualsiasi pressione o coazione, anche al fine di tutelare il percorso delle altre ospiti.

Infine, a fronte dell'elevato numero di richiedenti protezione internazionale vittime di tratta minorenni registrati sul territorio, si segnala l'intollerabilità della prassi diffusa di inserire tali soggetti nelle ordinarie strutture di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale adulti, in quelle per le vittime della tratta adulte ovvero nelle ordinarie strutture per l'accoglienza di minori: a fronte della specificità ed irrinunciabilità delle esigenze che caratterizzano tale target, occorre invece prevedere con urgenza l'apertura, su tutto il territorio nazionale, di strutture di accoglienza ad hoc.

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